Recensione a “Retratos mal hablados” di Leonel Alvarado, Casa de las Américas, La Habana, 2014
di
Silvia Favaretto
Chi si avvicina alla poetica dello scrittore honduregno Leonel Alvarado non
può non rendersi conto di essere di fronte a uno dei più fondamentali padri
letterari della nostra epoca. Alvarado è il poeta vivente centroamericano che
ha maggiormente influenzato un’intera generazione di giovani scrittori e
sfogliando “Retratos mal hablados” se ne capisce immediatamente il perchè. Di
verso in verso il poeta dipinge e pennellate vivide ritratti di persone a lui
vicine (il padre, il fratello, il figlioletto dell’amico) con una scrittura
diretta e appassionante, in un modo così efficace da farci sentire di conoscere
la persona di cui parla, o ancor meglio di avvertire le stesse sensazioni di
vicinanza che dichiara il poeta. Un affetto autentico si spreme da queste
poesie, ogni parola sgocciola sentimento vero, brutale e intenso e le parole
mai retoriche, mai scontate, ci accompagnano in questa passeggiata fra la
quotidianità delle relazioni dello scrittore con il mondo. Questa edizione, in
particolare, è frutto della menzione ricevuta dal poeta nel prestigioso premio
Casa de las Américas, trionfo che lo colloca – a ragione- tra i più venerati
scrittori della sua generazione.
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